LA STAMPA BRUNA VAN DYKE

stampa fotografica storica a contatto

la stampa bruna van dyke

La stampa bruna Van Dyke è l’ultima tecnica di stampa antica, in ordine di tempo, ad essere entrata a pieno titolo tra le mie preferite di sempre.
Con la dovuta attenzione e cura nella preparazione della chimica e del negativo, la stampa bruna permette un risultato paragonabile (anche se non uguale) al Platinotipo.
Come suggerisce il nome, è una stampa in bianco e nero a toni caldi che “evolve” nelle 48/72 ore successive all’asciugatura passando gradualmente dal marrone chiaro al bianco e nero caldo.
Questa caratteristica tuttavia complica la calibrazione del negativo digitale in quanto richiede almeno 48 ore di attesa tra una correzione e l’altra della curva di distribuzione.
Può essere virata successivamente al Selenio o all’Oro.

Piccolo cenno storico

La tecnica di stampa antica Van Dyke (detta anche stampa bruna) deriva dalla Callitipia che è una tecnica messa a punto nel 1889 da Arndt e Troost.
Prende il nome da Anton Van Dyke, un pittore fiammingo famoso per la bellezza dei suoi toni bruni.
Questo processo è un ibrido tra la cianotipia e la stampa classica ai sali d’argento.
Essendo nato una decina d’anno dopo il platinotipo, non è stato mai un procedimento particolarmente apprezzato anche se permette di ottenere stampe eccellenti se ben eseguito.
Come tutte le tecniche di stampa antica di quel periodo, anche questa si realizza a contatto perciò serve un negativo di dimensioni pari alla stampa finale.

Chimiche utilizzate e ricetta

La chimica, come accennato precedentemente, è un ibrido tra la cianotipia e la stampa ai sali d’argeto.

Ecco la ricetta base:
L’emulsione va preparata con tre soluzioni differenti:
Soluzione A: 9g di Ammonio Ferro Citrato disciolto in 33ml di acqua distillata
Soluzione B: 1,5g di Acido Tartarico disciolto in 33ml di acqua distillata
Soluzione C: 3,8g di Nitrato d’Argento disciolto in 33ml di acqua distillata

Si uniscono a luce attenuata le soluzioni A e B quindi al risultato si aggiunge la C. Bisogna mescolare bene il tutto e lasciare riposare per 24/48 ore prima del primo utilizzo.
L’emulsione è utilizzabile per diversi mesi se conservata in un luogo fresco e scuro.

Dopo l’esposizione, la stampa deve essere lavata in un bagno d’acqua e acido citrico al 3% per 3 minuti.
Il secondo bagno va fatto in Sodio Tiosolfato al 2% per 2/3 minuti.

Infine, la stampa va lavata a lungo in acqua corrente (almeno 30 minuti).

Carta consigliata

Io solitamente uso la Bergger COT 320 ma vanno benissimo anche la Arches Platine o la Washi da 45g.

Workshop sulla stampa bruna Van Dyke

Se sei interessato ad un workshop su questa magica tecnica antica, verifica le date disponibili ne prossimo futuro in Italia o contattami direttamente se vuoi organizzare un workshop One to One.

Alcuni esempi

La stampa bruna Van Dyke
Fotografia infrarossa
La stampa bruna Van Dyke
La stampa bruna Van Dyke